AGICEScomunica

Newsletter dell'Associazione Assemblea Generale Italiana
del Commercio Equo e Solidale
 

 

Numero 5 - Novembre 2005

 

Notizie Agices

 

Appello di Agices al commercio equo mondiale: “La coperta corta del caffe’ equo e solidale di Nestle’”

Per iniziativa di Agices, una lettera a tripla firma (Agices, Assobotteghe e Transfair/Fairtrade Italia) raggiungerà nei prossimi giorni tutte le organizzazioni di commercio equo delle reti internazionali per chiedere di porre rimedio alla grave contraddizione sul rapporto tra commercio equo e imprese transnazionali, sollevata dalla recente certificazione di una qualità di caffè solubile Nestlé. Di seguito il testo integrale.

 

“Parlare di Commercio Equo e Solidale oggi non significa richiamarsi a generali appelli alla solidarietà, ma vuol dire focalizzare l’attenzione sugli squilibri economici e sociali che caratterizzano le periferie del mondo, quelle delle nostre città come quelle di continenti lontani. In particolare vuol dire ricercarne le cause primarie ed agire a livello politico, economico e sociale per rimuoverle.

Un intervento efficace non si può e non si deve basare su atteggiamenti autoreferenziali, in cui le organizzazioni di commercio equo guardano solamente a se stesse, ma deve saper intercettare le esigenze ed i bisogni di una società in continuo cambiamento, che parla di consumatori sempre più etici, di imprese che investono per riconvertire in maniera responsabile, di istituzioni che sempre di più sostengono esperienze pulite e sostenibili.

Questo è il contesto in cui come organizzazioni ci troviamo ad operare e questi sono gli interlocutori con i quali vogliamo, di necessità, confrontarci; la forza di un’esperienza come il Commercio Equo e Solidale sta proprio in questo: condizionare il proprio intorno, inducendo comportamenti responsabili, se non addirittura etici, nelle imprese e nei consumatori.

 

Tutto ciò non può però impedirci di guardare al mondo reale in cui viviamo, che parla ancora di aumento delle diseguaglianze, di crescente disagio sociale, di risorse naturali in esaurimento. E di imprese che, per la stragrande maggioranza dei casi, ricercano un profitto senza regole e senza limiti, in cui le persone e l’ambiente diventano risorse da sfruttare quando occorre, le comunità mercati da conquistare indipendentemente dalle conseguenze, i sindacati ingombranti cascami di un passato che non vuol passare.

Comunicazione, marketing, ricerca di consenso sociale. Come in un grande mercato le imprese spendono fortune per rifarsi il trucco, per comunicare ciò che è compatibile all’aumento di profitti e dividendi, omettendo l’inopportuno e censurando il condannabile.

Questo è il mondo con cui abbiamo a che fare, non l’ingenuo paese delle meraviglie, ma il più concreto territorio degli affari e dell’interesse personale, dove parole come “etica”, “giustizia”, “solidarietà” sono ottimi grimaldelli per aprire cuori e, quindi, portafogli.

 

Se questo è vero, la certificazione di una linea di caffè della multinazionale Nestlé come equa e solidale presenta enormi contraddizioni. Ha l’apparenza di un vero e proprio regalo fatto alle politiche di marketing di una multinazionale che secondo il rapporto annuale della ICFTU, la Confederazione internazionale dei sindacati liberi:

nell’aprile 2003 in El Salvador chiuse una sua fabbrica, rifiutando di negoziare i termini della chiusura col sindacato locale, SETNESSA (Sindicato de Empresa de Trabajadores Nestlé S.A.). Solo grazie ad una campagna internazionale di solidarietà si è giunti ad un accordo fra sindacato ed azienda che rispettava le richieste dei lavoratori.

In Corea nel 2003 fu accusata dalla Commissione per le relazioni sindacali della provincia di Chungbook. Una dichiarazione della commissione afferma che la Nestlé “ha portato avanti ogni sorta di intimidazioni e intromissioni” nella disputa con il sindacato locale, Nestlé Korea Labour Union. La disputa è nata per il trasferimento forzato di 44 lavoratori ad un nuovo settore, che preludeva ad un licenziamento.

Le stesse lotte sindacali in Colombia nel biennio 2003-2005 del sindacato Sinaltrainal, così come quelle dell’Union of Filipino Employees-Drug and Food Alliance (UFE-DFA), il sindacato dei lavoratori della fabbrica della Nestlè di Cabuyao, Laguna, indicano un’alta conflittualità con la multinazionale svizzera, in tema di diritti del lavoro e rapporti sindacali.

Il 14 luglio 2005, l’International Labor Rights Fund ha depositato presso la Corte federale di Los Angeles una denuncia contro tre compagnie che importano cacao dalle coltivazioni della Costa d’Avorio, maggior produttore mondiale, accusandole di traffico di bambini, torture e lavoro forzato.

Le tre società sono Nestlé, Archer Daniels Midland (ADM) e Cargill.

La class action è stata avviata da uno studio legale dell’Alabama, “Wiggins, Childs, Quinn & Pantazis”, per conto di tre bambini, in nome di tutti quelli del Mali coinvolti dal 1996 ad oggi, calcolati in migliaia.

Da diversi anni Nestlé è accusata di violare il Codice internazionale Oms/Unicef sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. A dispetto di quanto previsto dal Codice internazionale, promuove i propri prodotti principalmente attraverso il sistema sanitario e gli operatori sanitari dei vari paesi, attraverso forniture gratuite, incentivi per favorirne la prescrizione e la diffusione di materiale informativo fuorviante sull’alimentazione infantile, nonostante sia l’Oms e la stessa Unicef abbiano più volte indicato lo scorretto utilizzo dei sostituti del latte materno come causa di morti infantili nei paesi del Sud del M  ondo. Secondo Dijbril Diallo, consigliere speciale dell’Unicef: -la Nestlé spaccia per "aiuti" le sue scorrette pratiche di marketing-.

 

Entrando più nello specifico della questione caffè equo e solidale Nestlé afferma che “D'altro canto […] se da un lato ai coltivatori di caffè si pagassero su vasta scala i prezzi del commercio equo e solidale, superiori a quelli di mercato, si incoraggerebbero quegli stessi coltivatori ad aumentare la produzione, con un ulteriore effetto di distorsione sull'attuale squilibrio tra domanda e offerta, e dunque di abbattimento dei prezzi del caffè verde” (Nestlé, Novembre 2003). Insomma, equo e solidale va bene, purchè i bassi prezzi pagati ai produttori non si tocchino.

 

Proprio per questo, per le crescenti perplessità che comportamenti non chiari o dichiaratamente illegali suscitano, come organizzazioni riteniamo assolutamente impropria la concessione della certificazione equa e solidale a Nestlé, concessa dalla Fair Trade Foundation Uk.

 

Per questo chiediamo:

-              a tutte le esperienze di marchio europee e mondiali, di impedire la concessione del marchio Fairtrade alla linea di caffè in questione;

-              a tutte le organizzazioni della società civile europea e mondiale, di fare pressione sulla Fair Labelling Organization (Flo) per aprire una discussione sui criteri utilizzati per la certificazione delle imprese multinazionali;

-              alle organizzazioni del Commercio Equo e Solidale europee e mondiali, di chiedere una presa di posizione pubblica ad Efta (European Fair Trade Association), Ifat (International Federation of Alternative Trade), News (European Network of World Shop) sul rapporto tra Commercio Equo e Commercio convenzionale;

-              a tutte le organizzazioni della società civile internazionale, ai movimenti sociali, di appoggiare e sostenere tutte le iniziative sviluppate dalla rete Ibfan;

-              alle catene della Grande Distribuzione Organizzata, in particolare quelle catene certificate SA8000, di chiedere conto dei comportamenti in tema di diritti del lavoro, rispetto delle convenzioni internazionali e rispetto dell’ambiente da parte delle imprese fornitrici.

 

Agices (Associazione Generale Italiana Commercio Equo e Solidale)

Associazione Botteghe del Mondo Italia

Transfair/Fairtrade Italia

 

Per tutte le informazioni http://www.agices.org

 

Agices rappresenta l’Italia nel primo incontro di Ifat Europa

Il 28 e 29 novembre prossimi a Bruxelles si riunirà per la prima volta l’articolazione regionale europea della federazione internazionale delle organizzazioni di commercio equo e solidale IFAT, per avviare la propria costituzione.

Per volontà delle organizzazioni italiane di commercio equo socie di Ifat, la presidente di Agices Gaga Pignatelli rappresenterà l’Italia nel costituendo coordinamento.

L’agenda dei lavori prevede l’elaborazione di un piano per rafforzare la collaborazione tra le organizzazioni europee di commercio equo al fine di identificare i temi più “caldi” da presentare nell’ambito della rete internazionali e lo specifico contributo europeo alle attività internazionali di Ifat.

 Per tutte le informazioni: http://www.agices.org; http://www.ifat.org

 

Aggiornamento sui rapporti istituzionali

Ormai da diverso tempo Agices si sta impegnando sul fronte del riconoscimento istituzionale del Commercio Equo. Diversi sono i piani d'intervento, su alcuni dei quali si cominciano ad intravvedere i primi risultati. A cominciare dal decreto ministeriale sulla mutualità prevalente formato dal Ministro delle Attività Produttive alcune settimane fa, che identifica le cooperative di commercio equo e solidale come soggetti beneficiari del regime derogatorio. Un risultato ottenuto grazie all'impegno del precedente direttivo che, assieme a Confcooperative e Legacoop, aveva proposto una definizione anche se generica di Commercio equo e solidale, una definizione che seppur rimaneggiata non ha impedito di inserire il nostro movimento in un decreto ministeriale.

Diversa la situazione della legge delega sull'impresa sociale, su cui il direttivo Agices s'è impegnato nel luglio scorso per permettere alle organizzazioni del Commercio Equo italiano di poter usufruire degli eventuali benefici della legge. I decreti delegati ed il dispositivo di applicazione risultano ancora in alto mare, sebbene il sottosegretario al Welfare Sestini avesse assicurato una via preferenziale per la normativa. Attendiamo novità monitorando le attività ministeriali.

Per ciò che riguarda più specificamente la legge di settore sul Commercio equo proposta dall'AIES e che vede la collaborazione tra Transfair Italia, Agices ed Associazione Botteghe del Mondo Italia, il lavoro di approfondimento procede coivolgendo i rispettivi tecnici delle tre organizzazioni e i funzionari parlamentari dell'AIES. Esclusa a priori la possibilità che i criteri fossero definiti a prescindere dalle organizzazioni (attraverso la costituzione di un comitato misto), l'orientamento proposto potrebbe essere quello dell'inserimento dei criteri Agices all'interno della normativa, con un sistema di controllo ed accreditamento esterni.

Una proposta su cui riteniamo ci sia ancora molto da approfondire sia a livello politico che tecnico. In ogni caso si attende una proposta da parte dei funzionari AIES sulla quale elaborare una bozza da presentare e discutere con tutti i soci Agices.

 

Per tutte le informazioni: http://www.agices.org

 

Cresce l’elenco delle adesioni alla protesta di Agices rispetto alla certificazione equosolidale di Nestlé

Di seguito riportiamo l’elenco di tutte le organizzazione socie Agices che, al momento della chiusura delle newsletter, hanno aderito alla lettera di protesta di Agices rispetto alla certificazione equosolidale concessa a Nestlé dalla Fairtrade Foundation Uk.

 

coop. sociale Niente Troppo - Roma

coop. sociale E' Pappeci - Napoli

associazione BAOBAB onlus BdM - Borgo Antico di Termoli (CB)

coop. soc. Com.e.s. - Roma

cooperativa Raggio Verde Onlus - Cossato (Biella)

associazione Pachmama Albate (CO)

associazione Senza Confini Brez Meja BdM - Trieste

coop. Mondoalegre - Gorgonzola (MI)

associazione culturale Cose dell'altro mondo - Milano

coop. sociale Pangea - Roma

associazione Compartir Giovane - Cuneo

coop. sociale Unsolomondo s.c. - Bari

BdM Engim - Roma

cooperativa Chico Mendes - Milano

coop. Lo stesso cielo Onlus - Varese, Castellanza, Gavirate

 

Per gli aggiornamenti http://www.agices.org

 

Commercio equo - Italia

 

Il commercio equo per un commercio più giusto: il tema del cotone

A un mese dalla conferenza della Wto a Hong Kong il tema del cotone viene rilanciato grazie a un documento di pressione e protesta promosso da quattro organizzazioni equosolidali europee, tra le quali una è socia Agices: Roba dell'Altro Mondo (Italia), Fair (Italia), Oxfam Magasins du monde (Belgio) e Federation Artisans du Monde (Francia). Il tema del cotone è il paradigma più chiaro della retorica vuota che ammanta i negoziati commerciali in corso all'Organizzazione mondiale del Commercio in vista della ministeriale di Hong Kong del dicembre prossimo.

 

Il cotone è ancora la fibra naturale più importante del mercato mondiale, rappresentando ben il 38% dell'intero mercato delle fibre, e per alcuni Paesi, tra i più poveri del mondo, è tra le fonti principali di reddito. Grazie alle politiche promosse da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, che hanno visto l'impianto della fibra coloniale come il principale veicolo di sviluppo economico di molti Paesi in via di sviluppo, ben 33 Paesi Africani su un totale di 53 sono produttori ed esportatori di cotone.

 

Ma affidare a questa sola coltura, dal prezzo internazionale sempre più instabile e depresso, il destino di quasi un intero continente, è stata una scelta miope e distruttiva.

Oggi diversi milioni di persone, specialmente in Africa, affidano al cotone la propria sopravvivenza.

 

Nell'ambito di questo round di negoziati commerciali, rilanciato a Doha dalla Wto con l'altisonante titolo di "Round dello sviluppo", il cotone avrebbe dovuto rappresentare uno dei tavoli più importanti di costruzione di risposte concrete e di alternative possibili. Così era stato promesso, sia immediatamente prima sia subito dopo il collasso della ministeriale di Hong Kong. Scelta confermata, con la costituzione di una sottocommissione apposita nel luglio dello scorso anno.

 

Ad oggi, però, la sottocommissione è rimasta praticamente inerte, nonostante i numerosi richiami del gruppo dei Paesi più poveri (LDCs) verso un necessario rilancio dell'iniziativa negoziale.

 

A un mese dall'apertura dei lavori della ministeriale di Hong Kong, le quattro organizzazioni equosolidali europee chiedono, in un documento di pressione e di protesta, che il tema del cotone torni al centro dei tavoli negoziali, già fortemente in difficoltà per la mancanza d'accordo sia in ambito agricolo che sui servizi e sui prodotti industriali. Il cotone non può essere utilizzato come arma di ricatto per imbavagliare le proteste dei Paesi più poveri, sempre più certi che questo ciclo negoziale, stado ai risultati mostrati finora, si concluda senza alcun risultato concreto per la lotta alla povertà, come invece era stato assicurato dai G8, pur nello scetticismo degli addetti ai lavori, all'indomani del vertice scozzese.

 

Al link http://mondo.roba.coop/PDF/Call%20for%20a%20fairer%20trade%20in%20cotton.pdf  trovate il testo originale che verrà consegnato alle delegazioni ufficiali a Hong Kong, con un pacchetto di richieste che si concentrano su:

- fermare la liberalizzazione forzata dei mercati delle fibre e del tessile;

- l'eliminazione dei sussidi all'esportazione;

- la creazione di un sistema internazionale di governo dell'offerta per la stabilizzazione dei prezzi;

- la creazione di un fondo di emergenza per aiutare i piccoli produttori nelle fasi di crollo dei prezzi;

- riconoscere ai singoli Paesi la possibilità di esercitare il principio di precauzione e di impedire l'impianto di cotone e fibre OGM;

- finanziare le produzioni sostenibili e la costruzione di filiere pulite attraverso un sistema di tassazione globale;

- sostenere le filiere corte, le produzioni sostenibili, biologiche ed equosolidali e la trasformazione locale della fibra. riconoscendo legittimità alle pratiche di preferenzialità nelle forniture pubbliche, oggi contrarie ale regole della Wto.

 

Per tutte le informazioni sui negoziati Wto: http://www.tradewatch.it

 

Un messaggio da Associazione botteghe del mondo:  “Difendiamo i loro diritti”

 

Riceviamo da Assobotteghe e volentieri pubblichiamo:

“Carissimi stiamo proseguendo il lavoro sulla campagna europea di NEWS dal titolo "difendiamo i LORO diritti" volta a promuovere il messagio di un commercio equo senza sfruttamento del lavoro minorile (per maggiori  info www.assobdm.it )

Alla prossima assemblea annuale dei soci vorremmo proporre alle botteghe del mondo di attrezzare uno spazio in bottega di prodotti inerenti al discorso in oggetto. Sapete che per quest'anno il tema è il cacao e per il prossimo anno sarà il pallone in vista dei mondiali di calcio di Germania.

Pertanto se avete prodotti che possano rientrare nelle tematiche della campagna vi preghiamo di farci avere una descrizione del progetto. La nostra intenzione sarebbe quella di proporre un pacchetto campagna da rivendere alle BDM passando poi direttamente a voi gli ordini della merce.

Se ritenete che la proposta possa interessarvi contattate i nostri referenti campagna Mirko Marelli 3339963610 o Marco Bindi 3381628796.

 

Tutte le info: http://www.assobdm.it

 

Commercio equo - mondo

 

Piattaforma del commercio equo e solidale mondiale verso Hong Kong

 

Per la prima volta anche il movimento mondiale del commercio equo e solidale, espresso nel coordinamento FINE - acronimo composto da FLO (l'organizzazione dei marchi), IFAT (la rete delle organizzazioni equosolidali), NEWS (il coordinamento delle botteghe del mondo) ed EFTA (il cartello dei principali importatori) - ha deciso di fare lobby insieme per spingere i negoziatori a tenere presenti, in vista di Hong Kong, le voci dei contadini e degli artigiani più poveri del pianeta. Al percorso per l'Italia hanno partecipato i soci Agices CTM Altromercato e Roba dell'Altro Mondo, delegati nello Steering Commitee di FINE rispettivamente per EFTA e IFAT.

Secondo gli estensori del documento, non è possibile, e la storia lo dimostra, che un paese possa svilupparsi unicamente attraverso il commercio internazionale. Per questo la liberalizzazione che vuole la Wto non è un'opportunità per lo sviluppo dei paesi del Sud, ma ciò che lo impedirà. E' essenziale per le economie emergenti che le loro industrie nascenti siano protette, altrimenti la concorrenza spietata del mercato internazionale le farà scomparire, impedendo ogni possibilità di sviluppo industriale per quei paesi. La liberalizzazione deve avvenire quando vi sono le condizioni per poter competere sul mercato internazionale e deve essere sempre e comunque subordinata alle priorità interne del paese ed alle sue strategie di sviluppo. Per questo il commercio internazionale deve avere un ruolo strumentale, e ridotto, nella strategia di sviluppo dei paesi del Sud, dando priorità agli aspetti politici, sociali e ambientali rispetto alla variabile economica, che all'interno della Wto è l'unica presa in considerazione.

Sono molte e proposte avanzate all'interno del documento: agricoltura, materie prime, prodotti industriali, trattamento speciale e differenziato. Per ognuna, le organizzazioni del commercio equo chiedono che vengano posti al centro dei negoziati i diritti delle popolazioni dei paesi del Sud. La mercificazione dell'agricoltura, e la priorità data alla dimensione commerciale in sede Wto, devono lasciare spazio a politiche che garantiscano la sicurezza e la sovranità alimentare. Lo stesso vale per le materie prima, in particolare quelle agricole, il cui prezzo è in costante calo da vent'anni a causa dei sussidi dei paesi ricchi.

Sul capitolo prodotti industriali, è necessario proteggere le industrie emergenti del Sud, incapaci di competere sul mercato internazionale. Infine, affermano i sottoscrittori della piattaforma, il tema del trattamento speciale e differenziato per i paesi del Sud, vale a dire il riconoscimento che esistono differenti interessi e priorità nei paesi del Sud rispetto a quelli del Nord, deve ritornare al centro dei negoziati del Round di Doha, definito eufemisticamente dello sviluppo.

 

Per il testo integrale: http://tradewatch.it/osservatorio/docs/95-502_fair_trade_rules_fines_position_towards_6th_wto_ministerial.pdf

 

Economie solidali in movimento


 Grande successo per l’edizione trentina di “Fa’ la cosa giusta”

Circa 8000 persone hanno visitato la fiera, 4.200 solo nell’ ultima giornata: la fiera delle econonomie solidali di Trento ha chiuso i battenti riportando un grande successo. Un'organizzazione che ha funzionato quasi alla perfezione e grazie al lavoro svolto da molti volontari e da una gran passione e collaborazione di tutti i presenti.

“La cosa che mi sembra più evidente – racconta Roberto Barbiero, tra i promotori dell’iniziativa - è il fatto di aver centrato l'obiettivo di rendere l'appuntamento un incontro di persone, un luogo di relazione tra produttori e consumatori. Abbiamo avuto moltissimi riscontri positivi specie dai produttori che hanno manifestato un grande desiderio di proseguire nel costruire una rete concreta di economia alternativa”. Quasi tutti i circa 130 espositori si sono fermati alla chiusura della fiera per incontrarsi e discutere insieme sul significato di rete di economia solidale.

Notevoli riscontri anche da parte delle istituzioni locali e in particolare dal Presidente della Provincia che ha proposto concretamente di iniziare a lavorare insieme con continuità con il neo-costituito “arcobaleno” dell’economia solidale trentina.

Altre informazioni: http://www.trentinoarcobaleno.it

Forum sociale europeo: spostate le date, o coinciderà con le elezioni italiane

 

La Relazione del gruppo di lavoro europeo di Logistica per il Forum sociale europeo riunitosi a Istanbul Sabato 24 Settembre 2005, pubblicata sulla lista europea di discussione per la preparazione del Forum in questi giorni, ha provocato un grande dibattito nel movimento. Si legge, infatti, nel report: ”C'è una data definitiva, 6-7-8-9 Aprile 2006. Naturalmente c'è ancora il problema della data delle elezioni in Italia (è possibile che siano gli stessi giorni) ma prima di tutto non possiamo aspettare che un governo decida quando avere il FSE e comunque il fine settimana successivo (13-14-15-16 Aprile) è la Pasqua cattolica e una settimana prima è il giorno della Pasqua ortodossa, il che è un grande problema per le mobilitazioni in Grecia e in alcuni paesi europei”

Il collettivo Bellaciao, primo di una serie di critici della decisione, ha denunciato pubblicamente “la scarsa importanza che è stata data all’appuntamento elettorale di aprile nel nostro Paese”. Il problema, secondo Bellaciao, “non è che un governo decida o meno quando debba esser riunito il Forum quanto piuttosto come avere la più ampia partecipazione possibile allo stesso. La riconferma di questa data porterebbe all’impossibilità della presenza di una larga parte di uomini e donne che partecipano ai movimenti in Italia o, se emigrati come noi, all’estero.”

“Chiediamo – e molte altre organizzazioni italiane con loro - di non dover scegliere tra il partecipare al Forum Europeo e il poter esercitare il nostro diritto al voto. Una tale posizione sarebbe irriguardosa del destino politico del nostro paese e lesiva dei nostri diritti. Chiediamo all’Assemblea Preparatoria che si svolgerà a Vienna il 7 e 8 gennaio di spostare le date del forum europeo o di dare una chiara motivazione politica della scelta effettuata”.

 

Per adesioni: bellaciao@riseup.net

 

Chiediamo a Coop maggiore attenzione sull’allattamento materno

 

Pur apprezzando le politiche commerciali di Coop, “generalmente dettate da sensibilità ambientale e sociale”, International Baby-Food Action Network Italia, e Rete Romana Consumo Critico chiedono ai consumatori responsabili di scrivere alla società di grande distribuzione per denunciare la loro aggressiva politica di pubblicità dei propri prodotti per la prima infanzia (latte in polvere, biberon, tettarelle) che rientrano nel campo di applicazione del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e delle successive Risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità, e di cui il suddetto Codice vieta ogni tipo di pubblicità e promozione.

W

Per spedire direttamente a Coop il messaggio di protesta basta un click al sito: http://www.reteromanaconsumocritico.org/RRCC/azione/coop.htm

 

Compra e partecipa equosolidale

Magliette Agices: accattateville!

Il sostegno dell'Associazione può passare anche attraverso l'acquisto di un bellissimo gadget: le t-shirt equosolidali di Agices.

 

Per info&moduli d'ordine segreteria@agices.org

Agices - Associazione Assemblea Generale italiana del Commercio Equo e Solidale
Via Reno 2/D - 00198 Roma - Telefono e fax 06.44.29.815 - www.agices.org

Info a cura di Monica Di Sisto email ufficiostampa@agices.org